Negli esseri umani l’amigdala è un gruppo di strutture interconnesse, a forma di mandorla, posto sopra il tronco cerebrale, vicino alla parte inferiore del sistema limbico. Ci sono due amigdale su ciascun lato del cervello. L’amigdala umana è relativamente voluminosa rispetto a quella di tutti gli altri primati (le specie a noi più affini dal punto di vista evolutivo). L’ippocampo e l’amigdala erano due parti fondamentali del rinencefalo che, nel corso della filogenesi, diede origine alla corteccia primitiva e poi alla neocorteccia. Oggi queste strutture limbiche compiono gran parte del lavoro di apprendimento e memorizzazione svolto dal cervello; l’amigdala è specializzata nelle questioni emozionali, il risultato è una evidentissima incapacità di valutare il sistema emozionale degli eventi – condizione che viene a volte indicata con l’espressione “cecità affettiva”. Private dal loro significato emozionale, le interazioni umane perdono d’interesse. Un giovane al quale era stata rimossa chirurgicamente l’amigdala per controllare i gravi attacchi epilettici cui era soggetto perse completamente ogni interesse per le persone, e preferiva starsene seduto da solo senza alcun contatto umano. Sebbene fosse completamente capace di conversare, non riconosceva più i suoi amici, parenti, nemmeno sua madre e rimaneva impssibile di fronte all’angoscia che il suo comportamento impassibile suscitava in loro. Privato di un’amigdala egli sembrava non solo aver perduro tutta la sua capacità di riconoscere i sentimenti, ma anche quella di provare i sentimenti sui sentimenti. L’amigdala funziona come archivio della memoria emozionale ed è quindi depositaria del significato stesso degli eventi; la vita senza l’amigdala è un’esperienza spogliata di significato personale. All’amigdala è legato qualche cosa di più dell’affetto: tutte le passioni dipendono da essa. Gli animali ai quali essa sia stata rimossa o resecata non provano più rabbia o paura, perdono l’impulso a cooperare o a competere e non hanno più percezione alcuna della propria posizione nell’ordine sociale della specie cui appartengono ; l’emozione è smorzata o assente. Le lacrime, un segnale emozionale esclusivo degli esseri umani, sono stimolate dall’amigdala e dal giro del cingolo, una struttura ad essa vicina; l’attività di tali regioni del cervello viene smorzata quando siamo sorretti, accarezzati o confortati in qualche altro modo, e questo placa i singhiozzi del pianto. Ma senza l’amigdala, non ci sarebbe alcun pianto da confortare. Joseph LeDoux, un neuro scienziato, fu il primo a scoprire il ruolo fondamentale dell’amigdala nel cervello emozionale. Nel cervello gli imput sensoriali provenienti dall’occhio o dall’orecchio viaggiano dapprima diretti al talamo e poi, servendosi di un circuito monosinaptico; all’amigdala; un secondo segnale viene poi inviato dal talamo alla neocorteccia, il cervello pensante. In tal modo l’amigdala riesce a mantenere il controllo sulle nostre azioni anche quando il cervello pensante (la neocorteccia) deve ancora arrivare ad una decisione. Suddetta ramificazione permette all’amigdala di cominciare a rispondere prima della neocorteccia; quest’ultima, infatti, elabora le informazioni attraverso vari livelli di circuiti cerebrali prima di poter percepire in modo davvero completo e di iniziare infine la sua risposta, che risulta quindi molto più raffinata rispetto a quella dell’amigdala. I segnali che prendono la via diretta passante per l’amigdala corrispondono ai sentimenti più primitivi e potenti.; la conoscenza di tale circuito è di grande aiuto per spiegare la capacità emozionale di soffocare la razionalità. I neuro scienziati avevano sempre creduto che l’occhio, l’orecchio e gli altri organi di senso trasmettessero i loro segnali al talamo, e che questi li inviasse poi alle aree della neocorteccia deputate all’elaborazione sensoriale, dove essi erano integrati a fornire le nostre percezioni degli oggetti. I segnali vengono classificati a seconda del loro significato in modo che il cervello riconosca ciascun oggetto e il significato della sua presenza. Secondo la vecchia teoria, dalla neocorteccia i segnali erano poi inviati al sistema limbico, dal quale si sarebbe poi inviata la risposta piu appropriata attraverso il cervello e il resto del corpo. Effettivamente, questo è proprio ciò che accade nella maggior parte dei casi; Le Doux tuttavia ha scoperto che, oltre alla via che dal talamo va alla corteccia, esiste un fascio più sottile di fibre nervose che vanno direttamente all’Amigdala. Questa via, più sottile e più breve – Una sorta di “vicolo” neurale – permette all’amigdala di ricevere alcuni imput direttamente dagli organi di senso; essa più così cominciare a rispondere prima che gli stessi imput siano stati completamente registrati dalla neocorteccia. Questa scoperta capovolge l’idea secondo la quale, per formulare le sue reazioni emozionali, l’amigdala dipenderebbe totalmente dai segnali provenienti dalla neocorteccia. Essa può invece innescare una risposta emozionale attraverso questa via di emergenza proprio mentre viene attivato un circuito riverberante parallelo con la neocorteccia. L’amigdala più spingerci all’azione mentre la neocorteccia leggermente più lenta- ma in possesso di informazioni più complete – prepara il suo piano di reazione più raffinato. Con la sua ricerca sulla paura negli animali, Le Doux rivoluzionò la nostra conoscenza sulle vie percorse nel cervello dai segnali emozionali. In un esperimento fondamentale, condotto nel ratto, egli distrusse la corteccia uditiva poi espose gli animali ad un suono, associandolo alla somministrazione di uno shock elettrico. Ben presto, i ratti impararono a temere il suono, anche se esso non poteva essere registrato dalla neocorteccia, ma prendeva la via diretta dell’orecchio al talamo all’amigdala, evitando i circuiti superiori. In breve, i ratti avevano appreso una reazione emotiva senza alcun coinvolgimento da parte dei centri corticali superiori: l’amigdala percepiva, ricordava e modulava la loro paura in modo del tutto autonomo. “dal punto di vista anatomico il sistema emozionale può agire indipendentemente dalla neocorteccia” mi disse Le Douux. “Alcuni ricordi e reazioni emotive possono formarsi senza alcuna partecipazione cognitiva cosciente” . Nell’amigdala possono essere ricordi, repertori di risposte che vengono messi in atto senza che ci si renda assolutamente conto del perché si agisca in questo, e questo perché la scorciatoia dal talamo all’amigdala esclude completamente la neocorteccia. Questo aggiramento sembra consentire all’amigdala di assumere il ruolo di archivio di comprensioni e ricordi emozionali dei quali non abbiamo mai una conoscenza pienamente consapevole.
Tale scorciatoia del talamo può essere sfruttata anche nel senso inverso cioè tramite delle nuove esperienze emozionali che amplino gli archivi dell’amigdala con nuovi ricordi emozionali. Quindi tale ampliamento potrebbe modificare le reazioni emotive messe in atto senza partecipazione cognitiva cosciente e pertanto verrà aggirata la neocorteccia con i suoi schemi prestabiliti e i suoi circuiti neuronali consolidati (le difese psicologiche).
Le Douxe ipotizza che sia proprio questo il ruolo mnemonico dell’amigdala, per così dire sotterraneo, a spiegare i risultati sbalorditivi d’un esperimento nel corso del quale i soggetti mostravano preferenze per starne figure geometriche, pur non avendo alcuna consapevolezza d averle mai viste in quanto erano state mostrate loro molto velocemente! Altre ricerche hanno dimostrato che nei primi millisecondi della percezione non solo comprendiamo in modo inconscio quale sia l’oggetto percepito, ma decidiamo se esso ci piace o no. L’inconscio cognitivo presenta poi la nostra consapevolezza non solo l’identità di ciò che vediamo, ma anche un vero e proprio giudizio su di esso. Le nostre emozione hanno una mente che si occupa di loro e che può avere opinioni del tutto indipendenti da quelle della mente razionale.